lunedì 23 dicembre 2013

Promemoria


In realtà un viaggio in Oriente, è non solo un'esperienza dell'anima, degli occhi, un brivido culturale, un guado dell'intelligenza, un rivolgimento degli archivi mentali: è un'esperienza del corpo. (…) Il viaggiatore che si avventura in terre asiatiche meridionali usi con parsimonia di quella delicata macchina che gli fu prestata all'inizio del suo destino. E' probabile che la sua macchina non sia stata progettata per questi percorsi, queste temperature; potrà superarli, se avrà cautela e pazienza e riserbo. Usare le marce basse, tenersi sottocosta, spendersi con una sapiente alternanza di generosità e di avarizia. Non credere alle guide ingenue o apertamente omicide che suggeriscono variate e folgoranti esperienze con le varie cucine orientali; l'europeo che, avido di esperienze, scenderà dall'aereo e si precipiterà sui buoni cibi piccanti locali, e ci berrà sopra la buona birra locale, è assai probabilmente destinato a diventare un conoscitore di cessi malesi, un esperto di latrine da non avere l'uguale, un intenditore di luoghi di comodo.

Giorgio Manganelli, Cina e altri Orienti