Un tempo si partiva per viaggiare; oggi
nella maggioranza dei casi si parte per arrivare. Si parte da Roma e
si arriva a Milano, a Parigi, a Berlino, a New York, a Hong Kong, a
Pechino, a Tokyo, ma fra la partenza e l'arrivo c'è il vuoto, un
tratto di matita sulla carta geografica , senza tappe, senza
incontri, senza paesaggio, senza avventura. Sono chilometri “ciechi”
di cui non serbiamo memoria. Ci accorgiamo così che il progresso dei
mezzi materiali provoca talora scarti e mutamenti nelle idee
generali, nel nostro caso muta il concetto stesso di viaggio che non
è più un percorso ma una partenza e un arrivo. E' nata una nuova
specie di “viaggiatore sedentario”, alla quale appartengo
anch'io.
Luigi Malerba, Il Viaggiatore
sedentario (1993)